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L’importanza degli influencer nel marketing mix

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La fiducia prima di tutto

Si fa presto a dire influencer: ora che questo termine è entrato – di diritto – nel lessico di marketer e brand, diviene di fondamentale importanza per tutti comprendere le ragioni di un successo forse poi tutt’altro che annunciato.

Perché sempre più strategie di marketing mix prevedono questa leva, considerata da molti imprescindibile per alcuni settori quali il fashion, il food e la cosmetica? Il motivo è presto detto: i consumatori ripongono maggior fiducia negli/nelle influencer che nell’advertising “ufficiale”, sia esso online o offline.

Ma quali sono i punti di forza di questa strategia?

 I consumatori tendono a fidarsi di persone reali

Molto spesso tra gli influencer e il proprio pubblico si instaura un rapporto diretto, colloquiale, fatto di saluti, consigli e apprezzamenti talvolta reciproci. L’aspetto umano prevale su quello commerciale, anche laddove il prodotto è al centro del contenuto social condiviso. Un rapporto che tenderà a dare risultati al momento della scelta del consumatore.

Gli influencer non sono collegati direttamente al mondo pubblicitario

A differenza dei classici “testimonial” pubblicitari, gli/le influencer tendono ad essere attivissimi sui social non solo per la promozione di prodotti ma anche (e soprattutto) per mostrare frammenti della propria vita reale. Questo distacco genera una sorta di analogia tra chi scrive e chi legge, aspetto fondamentale per la buona riuscita della campagna.

Il 92% degli utenti preferisce ascoltare il consiglio di igers, blogger, vlogger e Facebook influencer

L’aspetto emozionale prevale sulla pubblicità classica

Sull’onda dei commenti e delle reactions degli altri utenti, si tende ad essere maggiormente coinvolti nelle attività relative al lancio o alla promozione di un prodotto sul profilo o sulla pagina dell’influencer. Secondo alcuni, l’influencer marketing è “l’arte dell’empatia”, tradotta come la capacità dell’influencer di saper esprimere valori raccontando la marca, il tutto mentre racconta sé stesso.

Il brand non viene imposto “dall’alto”

La semi-amatorialità di alcuni contenuti (voluta o no) rende il post molto più reale e meno sofisticato, insinuando nella mente del consumatore una riflessione in merito alla genuinità di quando legge. In questo modo (a differenza dell’advertising classico) il prodotto viene “suggerito” e non “imposto”, abbattendo – di fatto – una barriera di diffidenza tipica del consumatore indeciso.

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