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Cosa si intende per web semantico?

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Chi lavora nel digitale avrà sentito spesso dire: il web semantico è morto.
Probabilmente perché qualcuno ha messo un punto netto alla fine del web 3.0 e si è completamente immerso nell’IoT, l’internet delle cose del web 4.0.

Prima di svelare se esiste ancora il web 3.0 occorre che ti spieghi cos’è la semantica web.

Il web semantico è la più grande evoluzione di Internet degli ultimi decenni e che ha modificato il mondo del web marketing.

Nel corso del tempo il web ha rivoluzionato la fruizione dei contenuti rendendo possibile passare da un testo ad un altro attraverso un ipercollegamento. Grazie ai link cliccando su una parola in una pagina web si apre un’altra pagina contenente informazioni, significato, immagini, video…

Per capire come tutto questo è possibile, bisogna chiedersi: come funziona Internet?

Internet lavora per associazione.
Tutti i collegamenti, e la decodifica della mole di informazioni, sono possibili grazie ad algoritmi e programmi, che hanno trasformato il web in uno space in cui ogni informazione, documento, video o foto, è collegata ad un’altra, consentendo all’utente di trovare facilmente la risposta che sta cercando.

Tutto questo, grazie alle associazione tra informazioni e dati.

Questo è il concetto base della semantica del web, o meglio conosciuto come web 3.0.

Nel 2022, esiste ancora il web semantico, oppure è stato completamente superato dal web 4.0?

Cos’è il web semantico?

«I have a dream for the Web…»

Tim Berners-Lee 1999

Che cosa si intende per web semantico?

Con il termine web semantico si intende la possibilità di interrogare i motori di ricerca e ricevere una risposta pertinente, grazie ai sistemi di elaborazione automatica.

Per capire cos’è e come funziona il web semantico, dobbiamo tornare indietro nel tempo al 1991, quando venne creato il primo sito web.
Nella storia il web 1.0, rappresenta un simple web, rivoluzionario sì, ma limitato nell’interazione.
I siti al suo interno erano semplici e scarni, molto simili a quelli che oggi chiamiamo “siti vetrina”.

Da quel momento iniziano a comparire più siti web, e internet in poco tempo è stato sommerso da documenti, informazioni, contenuti… diventando un mero contenitore, dove trovare ciò che si stava cercando richiedeva molto sforzo e tempo.

Nel 2005, viene coniato il termine web 2.0, inizia così l’era dei social network. Si diffondono i primi ambienti sociali digitali, i contenuti creati dagli utenti, gli UCG, e i marketplace.

Nascono i primi motori di ricerca, per provare a classificare le pagine dei siti web attraverso un algoritmo, il Page Rank, in grado di catalogare la qualità dei backlink sul proprio sito, maggiore era il punteggio dei link in uscita più alto era la posizione in SERP.

La ricerca, però continuava ad essere meccanica e molte pagine web erano nelle prime posizioni dei motori di ricerca, senza presentare contenuti di valore.

Un altro problema era che il motore di ricerca si attenevano unicamente sulla descrizione delle pagine presente nell’HTML, un linguaggio di programmazione incapace di comunicare all’algoritmo il contenuto del testo delle sue pagine. Internet era un contenitore dove i testi erano collegati tra loro attraverso dei link.

Nel 2001 Tim Berners-Lee, il fondatore del World Wide Web, con il web semantico ha migliorato la comunicazione tra il web e le macchine.

Dobbiamo immaginare internet come una medaglia: da un lato ci siamo noi umani che creiamo contenuti con un linguaggio naturale, e dall’altro lato ci sono le macchine che non capiscono nulla di quello che abbiamo scritto. Ribaltare questa visione è la mission del web semantico.

Oltre a migliorare la comunicazione con le macchine, il Web semantico ha avuto un impatto significativo su come le aziende raggiungono e coinvolgono i loro clienti online. In particolare, l’evoluzione del mobile app marketing offre nuove opportunità per il successo. Ti invitiamo a leggere il nostro articolo sul “Mobile App Marketing: Nuove Opportunità per il Successo” per approfondire quest’importante aspetto della strategia di marketing digitale.

Gli obiettivi del web semantico sono:

  • Processabilità: rendere l’informazione accessibile ai software in maniera automatica e consentire il ragionamento automatico;
  • Disambiguazione: ottenere risultati più precisi da una ricerca sul web;
  • Interoperabilità: favorire l’integrazione dei contenuti da sorgenti diverse.

I motori di ricerca, attraverso l’AI, oggi sono in grado di comprendere le parole chiave nel documento, di costruire reti di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche più elaborate del semplice collegamento ipertestuale consentendo di fornire risposte più precise.

Rispetto al web 1.0 e al web 2.0, il web semantico ha come destinatario sia gli umani, che le macchine.

Internet diventa uno spazio vivo, navigabile e interpretabile, guida l’utente nella navigazione, mostrando le informazioni cercate e contenuti coerenti con le stesse.

Perchè si chiama web semantico?

La semantica è una branca della linguistica e descrive i significati dei segni e delle sequenze di segni.

Il termine “semantico”, infatti, si riferisce alla comprensione e al significato, ed è proprio quello che implica il web semantico: focalizzarsi di più sul significato delle informazioni che sul modo in cui numeri e parole sono strutturati.

Il focus passa dalla forma al significato delle parole che le persone usano online quando cercano informazioni.

Quello che i motori di ricerca fanno, oggi, è capire cosa l’utente sta cercando in base a tutti i dati immagazzinati, “intelligentemente” connessi e organizzati.

Nel particolare, il web semantico decodifica le informazioni presenti su una pagina web attraverso delle ontologie, sistemi di codifica delle informazioni.
L’algoritmo dei motori di ricerca, articola per classi una serie di concetti e regole, al fine di essere in grado di leggere e interpretare le informazioni che vede e fornire un output all’utente, coerente con la query inserita.

Oggi, i siti web presenti in rete sono più di 1 miliardo (1.953.752.000), senza le ontologie sarebbe impossibile per l’utente trovare il contenuto che gli interessa.

Ne consegue che gli algoritmi di ricerca, al fine di poter essere efficaci, devono essere caratterizzati da almeno tre elementi fondamentali:

  • Organizzazione della conoscenza: consente di identificare e mettere in relazione fra loro i diversi elementi che possono essere utili alla ricerca;
  • Rappresentazione della conoscenza: permette ai motori di ricerca di descrivere i diversi dati identificati;
  • Strumentazione per accedere alla conoscenza: attraverso una serie di programmi, consente di comprendere, leggere e operare sulle rappresentazioni reperite in rete.

Ad oggi, la strumentazione per accedere alla conoscenza è sempre più precisa e minuziosa grazie alla tecnologie dell’AI, artificial intelligence.

Come funziona il semantic web?

Immagina di digitare su Google, o un altro motore di ricerca, la query “quando è nato meta”. Prima del web 3.0, il risultato era inerente alla parola “Meta”, perché l’algoritmo ricercava tutte le keyword collegate alla keyword principale digitata nella barra di ricerca, in questo caso Meta.

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Oggi, oltre alle ricerche correlate e cosa è Meta, Google fornisce la data precisa della nascita della società statunitense proprietaria di Facebook e Instagram.

Questo perché, il web semantico, comprende sia il contenuto che il significato della query di ricerca.

L’analisi dei significati nel semantic web include tutti gli elementi portatori di significato come testi, immagini, suoni, simboli.

La struttura del web semantico

La struttura del semantic web è rappresentata dal Semantic Web Tower, uno schema a struttura piramidale, disegnato da Berners Lee, che consente di comprendere la complessità dei linguaggi del web, partendo all’HTML fino ad arrivare alle ontologie e alla logica.

Alla base della piramide del web semantico ci sono i limiti del linguaggio HTML, il più comune per le pagine di un sito web. L’HTML è in grado di formattare e impaginare le pagine del sito web, ma non riconosce specifici tag, titolo o attributo e non può capire il nome di un prodotto e collegarlo al suo prezzo.

Tutto questo è possibile, invece, per altri linguaggi di programmazione come RDF, l’OWL, l’XML, posti nella parte più alta della piramide e sviluppati appositamente per il semantic web.
Sono capaci di descrivere le relazioni che esistono tra le informazioni e i documenti presenti in rete.

Semantic Web Tower

Il web semantico è, dunque, una struttura complessa ma per praticità possiamo dividerlo in 3 strati:

  • Strato di base: rappresenta l’insieme degli elementi di base come l’URL, che consentono di identificare un sito web;
  • Core semantico: costituisce il cuore del web semantico, rappresenta l’insieme dei linguaggi come il XML che consentono di descrivere le informazioni interne al sito;
  • Strato finale: si tratta di una struttura in via di sviluppo sulla quale agisce l’intelligenza artificiale che consente di perfezionare la ricerca dei contenuti del web anche sulla base del contesto nel quale li si sta cercando.

Il semantic web esiste ancora?

I più scettici rispondo a questa domanda dicendo che oramai c’è il web 4.0 e il web semantico è acqua passata. É vero, già da una decina di anni si parla del web 4.0, ma come in ogni evoluzione lo switch tra un’epoca e un’altra è labile, oggi, infatti, siamo a cavallo tra il web 3.0 e il web 4.0.

Ora ti spieghiamo perchè il web semantico non è morto, ma  è più vivo che mai.

Il semantic web di Berners-Lee, era un web organizzato, in cui potevano navigare anche le macchine e non vi era l’associazione per parole chiave.
Sin da subito si avverte la preoccupazione per la struttura dell’accentramento, per la violazione della privacy, della sicurezza e della democratizzazione.
Tanto da spingere lo stesso Lee a sviluppare Solid, un progetto che risolve i problemi legati alla privacy e consente agli stessi utenti di vendere i propri dati sensibili.
Anche nel web 3.0 attuale, la pubblicità e le sottoscrizioni hanno il compito di raccogliere, analizzare e commercializzare dati.
Il web 3.0 al contrario di quelli precedenti, si caratterizza per la sua filosofia sulla decentralizzazione e si basa sulla tecnologia del blockchain.

Che cos’è la blockchain in parole semplici?

Letteralmente significa: catena di blocchi. Utilizza il sistema di una rete informatica a nodi per gestire e aggiornare, in modo univoco e sicuro, un registro contenente dati e informazioni in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica.

Il modello alla base della semantic search

Il motivo per cui l’entusiasmo per il web 3.0 cresce sempre di più, è legato al mondo degli NFT e delle criptovalute.

Alla base del semantic web c’è un modello decentralizzato che consente agli utenti di ri-appropriarsi dei propri dati attraverso l’utilizzo di token, una sorta di monete digitale, che consentono di risalire alla proprietà di qualsiasi dato, proprio come negli NFT.

Nel web di oggi, persistono i problemi di privacy, sicurezza e hate speech, ma nonostante tutte le criticità, gli utenti del mondo digitale hanno tra le mani un potentissimo strumento che li consente di informarsi, lavorare e comunicare in modo semplice e immediato.

Web Semantico e Web Marketing

Nell’era del web semantico, il marketing online si è evoluto per avere un impatto maggiore e una comprensione più profonda del comportamento degli utenti. Il web semantico ha permesso ai motori di ricerca di interpretare meglio le intenzioni degli utenti attraverso l’analisi dei significati e delle relazioni tra parole chiave e frasi di ricerca.
Ciò ha aperto nuove opportunità per i professionisti del web marketing che cercano di creare strategie di marketing più efficaci e mirate.

Uno degli aspetti principali del web marketing nell’ambito del web semantico è l’ottimizzazione dei contenuti per la ricerca. Grazie alla maggiore comprensione dei motori di ricerca sul significato delle parole e delle espressioni, i marketer possono creare contenuti che rispondono alle esigenze informative dell’utente e, allo stesso tempo, posizionarsi in modo appropriato nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP).
Questo approccio, noto come Search Engine Optimization (SEO) semantico, consente di migliorare la visibilità online e di attirare utenti interessati ai prodotti o servizi offerti dall’azienda.

La facilità d’uso (o ‘usabilità’) di un sito e-commerce può avere un impatto significativo sulla capacità di attrarre e convertire i visitatori in clienti.
Per saperne di più su come migliorare l’usabilità del tuo e-commerce, ti invitiamo a leggere il nostro articolo “3 click per vendere l’usability negli e-commerce“.

Grazie al web semantico, i professionisti del marketing possono sfruttare gli strumenti di analisi dei dati (come Google Analytics) per comprendere meglio il comportamento degli utenti e il successo delle loro campagne di marketing. Ad esempio, l’analisi semantica dei dati può essere utilizzata per identificare temi e argomenti di interesse per l’audience di riferimento e per personalizzare i contenuti in base alle preferenze degli utenti.

Il web semantico ha dato vita a nuove strategie di web marketing che permettono alle aziende di raggiungere e coinvolgere il proprio pubblico in modo più efficace. Grazie alla maggiore comprensione del linguaggio naturale da parte dei motori di ricerca e alla capacità di analizzare e interpretare i dati in modo più sofisticato, il web semantico ha aperto nuove opportunità per i professionisti del marketing digitale che si adattano alle esigenze del mercato in continua evoluzione.

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